Cappella Palatina
La cappella, divisa in tre navate con forma di basilica e dedicata a San Pietro, fu consacrata nel 1143 dopo 13 anni di lavori (partiti nel 1130, anno dell’incoronazione del re Ruggero II). Ubicata all’interno del Palazzo dei Normanni, essa rappresenta uno dei monumenti più significativi di Palermo. Le pareti, il pavimento, la cupola e le absidi sono completamente ricoperte da mosaici bizantini di bellezza straordinaria; l’immagine più interessante è certamente quella della cupola di forma semisferica (Cristo Pantocrator con gli angeli che lo circondano). Alla cappella è annesso il tesoro, sistemato nella cripta.
Ingresso da Piazza Indipendenza
Tel. 0917054317
Da lunedì a sabato: 8.30-12/ 14-17
Domenica e festivi: 8.30-14
Chiuso: lunedì di Pasqua - 25/4 - 1/5 - 26/12
La costruzione della Cappella Palatina risalirebbe all'anno di incoronazione di Ruggero II, cioè al 1130. Sorta come oratorio privato del re entro il palazzo reale, oggi Palazzo dei Normanni, la cappella era un tempo isolata e pertanto se ne potevano vedere le cortine murarie esterne, percorse da alte ghiere a rincassi multipli. Attualmente la cappella è completamente avvolta dalle strutture del palazzo. Molteplici interventi eseguiti nei secoli hanno modificato il monumento preservandone comunque la struttura architettonica e parte dei mosaici.
L'accesso attuale alla cappella avviene attraverso un portico, su archi a sesto leggermente acuto e colonne e capitelli di reimpiego, costruito nel 1506. I mosaici sono moderni
Dal portico si accede ad un vestibolo che in origine metteva in collegamento la cappella con gli appartamenti reali
La cappella ha una struttura architettonica che affianca la struttura basilicale della navata, di tipo occidentale, ad un presbiterio sopraelevato dominato da una cupola che ne attribuisce una struttura centrale tipica dei santuari greci.
Due file di quattro colonne dividono il braccio longitudinale in tre navate. Molto belli sono gli archi, molto sopraelevati e dotati di un sesto acuto che ne testimonia la derivazione da tipologie arabe.
Il presbiterio è centrato su una campata quadrata coperta dalla cupola e delimitata da ampi archi ogivali che ricadono su colonne. Una stretta campata rettangolare precede l'abside centrale: entrambi gli archi ricadono su colonne in porfido che alleggeriscono la struttura. Mosaici ricoprono tutta la superficie: anche se solo una parte sono originali (1143) l'insieme mantiene una grande unitarietà.
Al vertice della cupola si trova il Pantocratore corcondato da angeli ed arcangeli. Nel tamburo sono raffigurati profeti e, nelle nicchie di raccordo, gli Evangelisti. Sull'arco trionfale è raffigurata l'Annunciazione mentre sull'arco opposto, non visibile dalla navata, si trova la Presentazione.
Nel catino dell'abisde si trova il Cristo Pantocratore; al di sotto il mosaico raffigurante la Madonna tra santi risale al XVIII secolo. Ai lati si trovano due arcangeli e, sotto, i santi Gregorio e Silvestro.
Nei bracci del transetto si aprono absidiole poco profonde. Nel catino di quella destra si trova il busto di S. Paolo. Al di sopra la Natività. Nella parete del transetto sono raffigurate alcune scene della vita di Cristo. Nella cupola a botte è posta una rappresentazione della Pentecoste.
Nel catino dell'absidiola sinistra si trova il busto di S. Andrea (XVI secolo). Al di sopra la Vergine Odigitria col Battista. Nella parete di fronte sono raffigurati santi vescovi della Chiesa greca. Nella cupola è rappresentata l'Ascensione.
I mosaici della navata sono più tardi di quelli del presbiterio risalendo agli anni tra il 1160 e la fine del secolo.
Quelli della navata centrale sono distinti in due ordini e sono dedicati a scene dell'Antico Testamento, dalla Creazione alla lotta di Giacobbe con l'Angelo.
Le navate laterali sono decorate con un alto zoccolo in marmo con inserti in porfido e decorazioni ad intarsio. Al di sopra, la fascia a mosaico è dedicata a scene della vita dei santi Pietro e Paolo.
La controfacciata è occupata dal soglio reale, sollevato da cinque gradini rispetto al pavimento della navata. Nella parte superiore è raffigurato il Cristo in trono tra i santi Pietro e Paolo, mosaici restaurati durante il regno di Ludovico d'Aragona nella metà del XIV secolo.
La parte inferiore è occupata da una decorazione marmorea intarsiata con al centro lo stemma aragonese; Ai lati della cuspide due leoni all'interno di cerchi sono avvolti da una decorazione a motivi floreali con due uccelli.
Il soffitto della navata centrale è una meraviglia dell'artigianato magrebino del Medioevo. Una fascia centrale a cassettoni scolpiti in forma di stelle è affiancata da una struttura ad alveoli degradanti. La struttura lignea è ricoperta da una tela sulla quale sono dipini innumerevoli soggetti che rimandano alla vita delle corti arabe, il tutto circondato da iscrizioni in caratteri cufici. Pur restaurato nel XV secolo il soffitto si mantiene sostanzialmente integro.
Il soffitto della navate laterali è più semplice essendo cotituito da assi trasversali che delimitano delle conche nelle quali sono ripresi i soggetti visti nella navata centrale.
Di grande importanza è l'ambone costituito da due casse parallelepipede affiancate sorrette da colonne alcune delle quali ricoperte da motivi a zig-zag.
Una delle fronti delle casse è in porfido mentre l'altra è intarsiata. I leggi rappresentano l'aquila di S. Giovanni ed il leone di S. Marco.
A lato dell'ambone si trova il candelabro pasquale, ricoperto da cinque ordini di rilievi. La base è decorata con leoni nell'atto di azzannare uomini ed animali.
Seguono una fascia decorata a tralci abitati ed una in cui appare il Cristo in una mandorla sorretta da angeli con al suo fianco la figura inchinata di Ruggero II
La quarta fascia è decorata con aquile e tralci fioriti; alla sommità il disco del candelabro è sorretto da tre figure seminude raffigurate naturalisticamente.
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